
Integra responsabilità ex art. 595, comma 3 del codice penale, aver pubblicato sul proprio profilo Facebook post contenenti frasi ingiuriose nei confronti di una persona determinata e individuata. ( Nel caso in oggetto la vittima era stata ingiuriata con le parole “nana” e “spazzina” )
La diffusione di un messaggio diffamatorio tramite i social integra l’ipotesi di diffamazione aggravata sotto il profilo dell’offesa arrecata “con qualsiasi mezzo di pubblicità” diverso dalla stampa, in quanto tale azione è potenzialmente in grado di raggiungere un numero indeterminato di persone.
Cassazione Penale, , sez. V, 25 marzo 2022, n.10762